Prima di tutto devo dire che partecipare al concorso è stata un'incredibile sfida. L'ho trovato rischioso ed estremamente eccitante. Ero contenta che il pubblico fosse così accogliente e incoraggiante, tutto ciò mi ha aiutato a esibirmi come faccio di solito durante i concerti.
Vincere il concorso è stato magnifico! Mi sono improvvisamente resa conto che grande onore fosse. Suonare il violino di Paganini (per ben due volte da allora) è stato affascinate. Questo concorso mi ha aiutato nella mia carriera e per questo sono molto riconoscente. Ma allo stesso tempo considero questa vittoria come l'inizio di una lunga ed interessante attività musicale.
Sono davvero orgoglioso di aver vinto il "Premio Paganini" e penso che questo concorso avrà un grosso impatto sulla mia carriera. Voglio dire che mi porterà molti cambiamenti, perché dovrò dimostrare il mio valore sul palcoscenico. Ho avuto la possibilità di esibirmi con il "Cannone"; è stata l'esperienza più incredibile della mia vita e il violino è assolutamente fantastico!
Ho suonato inoltre davanti ad una platea di bambini, in una scuola di Arenzano; mi sono divertito tantissimo con loro, sono così forti e pieni di energia!
Ho dei bellissimi ricordi legati a Genova e vorrei ringraziare alcune delle persone che mi hanno aiutato durante il Concorso: il primo violino dell'Orchestra del Teatro Carlo Felice, Stefano Pagliani, che mi ha prestato la corda "mi", in quanto la mia si era praticamente rotta! Vorrei inoltre ringraziare il mio pianista durante il concorso, Giovanni Casella, è stato molto bello suonare con lui! E naturalmente vorrei anche ringraziare il pubblico genovese!
Conservo alcuni ricordi del Premio Paganini: il rumore degli autobus che penetra nonostante il doppio vetro delle finestre nella camera d'albergo del mio insegnante, un rumore che diventava sempre più fastidioso, soprattutto dopo una lezione durata ben tre ore... l'arredamento bianco e rosso della mia camera d'albergo.... il liutaio Giordano che mi porge il Cannone... e una voce insistente che dentro di me mi ripete: 'Fallo cadere, fallo cadere.... vediamo che succede e una delle corde del mio violino che si spezza un minuto prima della mia esibizione nella prova preliminare....
Mi rendo conto adesso che poche righe non bastano a descrivere le sensazioni e i ricordi che serbo dentro di me... e mentre sto scrivendo, seduto alla finestra, proprio dinanzi alla stazione Principe, a Genova, scopro che tutte le emozioni ed i ricordi che credevo perduti ritornano incancellabili alla mente.
"... questo strumento è "vivo", partecipa ai vostri stati d'animo, ai vostri sentimenti. Mentre lo suona, il violinista deve essere forte e dolce allo stesso tempo".
"Non c'è violino al mondo che ispiri un senso di soggezione maggiore de Il Cannone. Il 28 novembre 2004 mi è stato gentilmente concesso di suonare su questo strumento di inimmaginabile bellezza. Ho eseguito la Ciaccona di Bach (un altro dei più grandi capolavori dell'uomo, scritto all'incirca all'epoca della "nascita" del Cannone) e il Cantabile di Paganini (il leggendario possessore del Cannone). Suonare sullo strumento di Paganini era un sogno che si realizzava. Il suono ricco della sua corda G e i dolci toni del suo E rimarranno per sempre nelle mie orecchie. Ho percepito che le capacità di questo Guarneri del Gesù sono così enormi, i suoi colori tonali così vari, che si potrebbe passare una vita intera a esplorarne le possibilità. Sono grato alla città di Genova per avermi concesso questo giorno magico".
"... INCREDIBILE!!!!! Ha un suono molto raffinato. Ha un volume sufficiente. Ho potuto suonare le doppie armoniche nel brano di Paganini senza difficoltà. Non ho mai visto un violino così perfetto! Sono stato davvero felice di poter suonare con il "Cannone""
"... Devo confessare che il nome è la vera descrizione di questo strumento! Il suo suono è davvero profondo, senza debolezze ma espressivamente ricco e gratificante. Possiamo dire che è un animale in perfetta salute!".
estratto da "Il Secolo XIX", 31/05/2004, articolo di W. E. Rosasco
Avere l'opportunità di suonare lo strumento di Paganini è sicuramente il sogno di ogni violinista. Considerando che questo meraviglioso Guarneri è stato suonato raramente negli ultimi 150 anni, il suo stato di conservazione è straordinario. Non lo dico perché lo strumento sembra avere un bell'aspetto (e sicuramente lo fa) ma perché questo violino suona davvero completamente diverso da qualsiasi altro Guarneri del Gesù. È come se il suono fosse nuovo, ancora da scoprire. È un'esperienza incredibile essere sul palco con questo violino potente, impetuoso ma anche pronto ad eseguire qualunque cosa il violinista voglia provare, offrendo possibilità che possono solo essere immaginate. Suonare con questo strumento dà grandi soddisfazioni. È solo un peccato doverlo restituire dopo il concerto...
Da bravi italiani, gente festosa ma anche chiassosa e un po' sbruffone, siamo ben legati al suo soprannome di Cannone! Eppure ho trovato la morbidezza e il tono carezzevole, soprattutto nel registro acuto, impressionanti, molto più della potenza. Una qualità sonora in linea con le esigenze di imitazione della vocalità che i trattati preromantici di Cambini, Galeazzi, Campagnoli presentano chiaramente, in un'epoca in cui il volume travolgente non fa ancora parte dell'espressione musicale. La nuova struttura settecentesca del violino ci accompagna in questa direzione, suggerendo, con questo carattere tondo, conversazioni più intime che gare violente. Come disse il buon Zaccaria, che 2500 anni fa fece la professione ingrata di profeta: Non con forza, né con potenza, ma con il mio spirito
Giuseppe Gibboni
Per me è stato un grandissimo privilegio suonare un violino storico come il Cannone, è stato davvero emozionante. Ho sentito anche molta responsabilità perché ero consapevole di avere tra le mani un'opera d'arte inestimabile. E' stata una grandissima emozione vedere i segni lasciati sullo strumento da Nicolò Paganini con il quale aveva un rapporto molto fisico.