Può dirci, in poche parole, cosa c'è di nuovo al Premio Paganini?
Nel nuovo progetto il Premio Paganini diventa anche un asset strategico di politica culturale per la Città di Genova. L’obiettivo che mi è stato affidato dal Sindaco Marco Bucci è quello di “rinnovare, conservando”: far conoscere il Premio Paganini e per il suo tramite Genova, in Italia e all’estero, anche oltre il confine degli addetti ai lavori, custodendone il prestigio e l’eccellenza artistica che lo contraddistingue da ormai 70 anni. Partendo da un progetto solido e moderno, abbiamo costruito una squadra di assoluto valore, a cominciare dal Direttore Artistico, Nazzareno Carusi. Salvatore Accardo, icona del violinismo mondiale, presiede la Giuria composta da straordinari artisti ed esperti. Il Teatro Carlo Felice Theatre assolve un ruolo sempre più centrale rispetto al passato e colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta il Sovrintendente Claudio Orazi. Grazie a un nuovo modello organizzativo, uno staff dedicato e una sede operativa e di rappresentanza, abbiamo riprogettato, ammodernandoli, i nostri canali di comunicazione. E’ stata inoltre creata una rete di “Paganini Ambassador”, personalità illustri non necessariamente legate al mondo della musica, per promuovere occasioni di valorizzazione del Premio che è tornato ad essere biennale. Tra una edizione e l’altra vogliamo continuare a portare il Concorso e il nome di Paganini in Italia e soprattutto all’estero in occasione di grandi eventi. Per il 2024 stiamo già lavorando per realizzare due eccezionali concerti: uno al Museo del Louvre di Parigi e l’altro alla Guild Hall di Londra con la London Symphony Orchestra diretta da Sir Antonio Pappano. Crediamo molto nella internazionalizzazione e quindi nella nostra appartenenza alla WFIMC, di cui il Premio Paganini è tra i membri fondatori dal 1957. La collaborazione è eccellente e approfitto per ringraziare in particolare il Presidente Paul Kainrath e il Segretario Generale Florian Riem.
Secondo lei, qual è l'importanza del Paganini per gli artisti italiani? L'ultima edizione è stata vinta da un italiano, cosa straordinaria per la competizione che non vedeva un vincitore italiano da più di 20 anni. Prevedete attività focalizzate sugli studenti italiani per sostenere la "scuola italiana"?
Con la vittoria nel 2021, Giuseppe Gibboni ha scritto una pagina importante del Premio Paganini, “riportando” il Premio in Italia, dopo ben 24 anni. Ricordo una sua intervista in cui, oltre alla felicità per il titolo conseguito, esprimeva rammarico per la poca attenzione riservata da parte della stampa nazionale- Attenzione invece che non è mancata da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricevuto Gibboni al Quirinale. Siamo particolarmente orgogliosi del fatto che anche l’evento di presentazione internazionale della 57^ edizione, tenuto a Parigi presso la sede dell’Ambasciata d’Italia il 3 novembre 2022, sia avvenuto sotto l’Alto Patronato del Capo dello Stato. Questa rinnovata attenzione da parte delle Istituzioni, compreso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che ha attivato la rete degli Istituti Italiani di Cultura all’estero, ci incoraggia ad andare avanti nella direzione intrapresa, intensificando le collaborazioni con Scuole e Accademie, a cominciare dal Conservatorio “Niccolò Paganini” di Genova. E’ qui che, per la prima volta nella storia del Concorso, hanno avuto luogo le prove preselettive. Il Conservatorio è anche il principale partner del Premio per promuovere Masterclass e borse di studio. Il 25 e il 26 ottobre, infatti, grazie alla collaborazione con il Direttore, Roberto Tagliamacco, la professoressa Natalia Lomeiko - Premio Paganini 2000 - sarà a Genova per tenere due Masterclass per gli studenti.
La giuria è prevalentemente maschile, mentre la maggioranza dei partecipanti sono donne. Questo, in realtà, è abbastanza comune per la maggior parte delle competizioni di violino. Qual è la sua posizione sulla parità/equilibrio di genere?
Il tema dell’equità di genere ci sta a cuore. Il fatto che tra gli iscritti alla 57^ edizione le ragazze siano più numerose dei ragazzi è per noi motivo di soddisfazione. Per quanto riguarda la composizione della Giuria, i giurati di questa 57^ edizione sono davvero di straordinario livello. Il Direttore Artistico, pur avendo avuto a disposizione tempi limitati, ha svolto un lavoro egregio. È ben nota la difficoltà di impegnare, con poco preavviso, le agende di coloro che solitamente compongono la Giuria di un concorso internazionale come il nostro. Confido sul fatto che nel 2025, con più tempo a disposizione, sarà possibile avere maggiori presenze femminili in Giuria.
Qual è la sua posizione rispetto agli artisti e ai concorrenti russi al Concorso?
Si tratta di un altro tema particolarmente delicato. Tutti noi abbiamo sperato di arrivare al Concorso con il conflitto alle spalle. Quest’anno, tra le 117 candidature presentate - record di iscrizioni nella storia del Premio - ci sono stati solo 2 candidati russi e 2 ucraini, mentre nelle precedenti edizioni la loro presenza è sempre stata più numerosa. D’altra parte, lo scorso inverno, non potevamo prevedere di tornare a svolgere le preselezioni in Russia come nel 2018. L’incertezza della situazione geopolitica non lo consentiva e non potevamo certamente rischiare di mettere a repentaglio l’incolumità di nessuno, concorrenti e giurati. La musica è un linguaggio universale che unisce i popoli, salva e dà sollievo. È stato così anche nei momenti più bui della storia. Credo che il talento e l’amore per la musica non abbiano bandiere, né etichette.
Qual è oggi l'eredità di Niccolò Paganini, e cosa significa per i giovani artisti?
Paganini è stato un violinista straordinario che ha influenzato tanti grandi artisti dell’800, contribuendo evidentemente alla costruzione di una identità culturale europea. Eroe romantico, innovatore e precursore di mode e costumi, ha vissuto intensamente il proprio tempo. Ci impegniamo costantemente affinché la sua dimensione artistica e umana, carica di fascino, venga riscoperta e valorizzata come merita. Mi piace ricordare che nel libretto di sala della I edizione del Concorso, nel 1954, si legge: “Il Premio intende essere un omaggio della città natale al sommo violinista la cui personalità, la cui forza interpretativa e l’ineguagliabile possibilità di espressione facevano del violino una cosa viva, quasi una vibrazione dell’anima”. L’eredità di Paganini sta forse proprio in questa “vibrazione dell’anima”, capace di sedurre, oggi come ieri, tanti giovani violinisti e non solo. Sono sicuro che il 27 ottobre, al teatro Carlo Felice di Genova, vivremo un momento davvero intenso insieme a tanti giovani e a tutti coloro, di ogni età e di tutto il mondo, che amano l’intramontabile musica di Paganini.
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