Di fronte al compito e all’infinità di Paganini e del Paganini, ho ricordato a me stesso il bisogno d’avere radici forti nella Tradizione prima di volgere qualsiasi sguardo al futuro. La sfida era - ed è - questa. E ho ritenuto il mio lavoro doversi dunque concentrare sui capisaldi d’un concorso musicale: il bando, la giuria, i concerti-premio.
Ho iniziato per ciò a immaginare il confronto con questo passato leggendario e, per rimanere alle sue altezze, provai a figurarmene più aperti gli orizzonti, umilmente, partendo da quel che la sua storia ha reso imprescindibile e rileggendolo con le lenti di quel che non smette d’insegnarci.
Per prima cosa, ho proposto il nome di Salvatore Accardo quale presidente della giuria. Perché nessuno come lui, negli ultimi sessantacinque anni, ha incarnato lo spirito, il virtuosismo e la musica di Paganini: la consapevolezza unica che tiene unite la necessaria perfezione strumentale e la chiara ispirazione strutturale, operistica e melodica, dei suoi capolavori.
Poi, sempre in dialogo con lui, sono partito dall’impostazione del vecchio bando e ho provato a immaginarne diaframmi nuovi.
La Semifinale, per esempio, nel cui svolgimento ho previsto due sonate: una scritta dopo il 1781 e l’altra nel Novecento: le scelte dei concorrenti potrebbero in tal modo ricadere su due opere entrambe moderne o contemporanee, e ho creduto che ciò così consentisse di valutarne più a fondo il pensiero musicale. O la Finale, che ho deciso di dividere in due parti, la prima delle quali senza il brano cameristico solitamente inteso, ma con la concertazione di uno dei Concerti mozartiani e la sua esecuzione senza direttore, aprendo così ulteriormente la visuale di giudizio sul musicista, oltre che violinista, candidato.
Un lavoro, questo sul bando, iniziato a metà giugno del ’22. Pochi mesi, compresi quelli estivi, per pubblicarlo entro il 27 ottobre successivo. Una piccola maratona. Ma lo presentammo comunque puntualmente, in due importanti appuntamenti. Il primo, a Genova, appunto il 27 ottobre: nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, dove per l’occasione vennero aperte alla cittadinanza le Sale Paganiniane. Il secondo, a Parigi, il 3 novembre: nella sede della Ambasciata d’Italia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quanto alla giuria, accanto al presidente Salvatore Accardo, comporranno quella del 57° Premio Paganini Ilya Grubert (Olanda), Michael Guttman (Belgio), Régis Pasquier (Francia), Christopher Reuning (Stati Uniti), Maxim Vengerov (Russia - Israele) e Reiko Watanabe (Giappone). Mentre le cinque commissioni delle Preselezioni a Guangzhou, New York, Praga, Tokyo e Genova, sotto la mia presidenza, sono state composte - rispettivamente, a due a due - da Vera Weiling Tsu e Mengla Huang, Jinjoo Cho e Benjamin Bowman, Silvia Marcovici e Mariusz Patyra, Mauro Iurato e Machie Oguri, Massimo Quarta e Pavel Vernikov.
Sui concerti-premio, invece, ho subito inteso di provar a creare attorno al Paganini l’adesione il più possibile corale delle grandi istituzioni musicali, innanzitutto italiane. Non si può infatti restare a testa alta oltre confine, se prima non si ha la propria nazione al fianco. Così, il prossimo vincitore del Paganini avrà un carnet di concerti che sfiora oggi i settanta appuntamenti nei maggiori teatri e festival italiani, cominciando dalla Scala di Milano, che per la prima volta inviterà in concerto un vincitore di concorso musicale per il solo fatto della vittoria conseguita: non era mai successo nella storia del teatro più celebre del mondo. L’elenco comprende quasi tutte le più importanti sedi musicali, continua a crescere ed è visibile all’indirizzo www.premiopaganini.it. Una partecipazione entusiasmante, a riprova di quanto il sistema musicale italiano abbia creduto nel nostro Paganini e della quale ringrazio profondamente tutti gli enti e le istituzioni aderenti.
Inoltre, naturalmente, sono previsti ingaggi anche per importanti sedi estere e due concerti straordinarî al “Louvre” di Parigi, il 23 gennaio del 2024, e alla “Guildhall” di Londra, con la London Symphony Orchestra diretta da sir Antonio Pappano, il 15 ottobre dello stesso anno.
Credo, dunque, che sia stato tutto questo a far sì che, a settant’anni dalla sua istituzione, il Concorso Internazionale di Violino “Premio Paganini” di quest’anno abbia registrato il record di iscrizioni della sua storia, con centodiciassette candidature provenienti da trentuno nazioni, di cui trenta selezionate per contendersi la vittoria al Teatro “Carlo Felice”, col privilegio per il vincitore di poter suonare “il Cannone”, il celeberrimo violino costruito da Guarneri del Gesù nel 1743, appartenuto al Genio e da lui lasciato in eredità perpetua alla Città di Genova che lo custodisce nelle “Sale” dedicate di Palazzo Tursi. Non sarebbe esagerato definirlo “lo strumento musicale più importante al mondo”.
Il giorno della finale e della proclamazione sarà il 27 di ottobre, anniversario della nascita di Paganini che, per questa ragione, ho voluto fissare come “giorno della Finale” anche per gli anni futuri, quasi una festa civile genovese.
La prima prova - Eliminatoria, Palazzo Tursi, 17 e 18 ottobre prossimi - comprenderà tra i brani in programma la prima esecuzione assoluta del brano espressamente commissionato alla signora Silvia Colasanti, compositrice italiana presente nei maggiori cartelloni internazionali. La seconda prova - Semifinale, Teatro “Carlo Felice”, 20 e 21 ottobre - prevedrà l’esecuzione, da parte dei dodici concorrenti ammessi, di un programma della durata di 75 minuti. L’ultima prova - Finale, Teatro “Carlo Felice”, 25 e 27 ottobre - si svolgerà nella prima fase, come detto, con la concertazione, da parte dei sei finalisti ammessi, di uno dei Concerti di Mozart e la sua esecuzione senza direttore d’orchestra; e nella seconda fase, cui i finalisti accederanno solo in tre, con l’esecuzione di uno dei Concerti di Paganini e di un altro concerto di grande Autore con l’orchestra del Teatro “Carlo Felice” diretta da Michele Gamba.
Concludendo, per l’onore e la fiducia ricevuti, e il sostegno mai affievolito, esprimo di cuore il più sentito “grazie!” alla Città di Genova, al sindaco Marco Bucci, al presidente Giovanni Panebianco, al Comitato del Paganini (Martine Bernheim Orsini, Elvira Bonfanti, Carlo Clavarino, Nicola Costa, Francesco Micheli, Claudio Orazi, Roberto Tagliamacco, Michele Trenti), ai suoi Ambasciatori, alla segretaria generale Gloria Piaggio, alla consigliera delegata Barbara Grosso, al Teatro “Carlo Felice”, al Conservatorio di Musica “Niccolò Paganini”, alla GOG - Giovine Orchestra Genovese, alla Associazione “Amici di Paganini”, ai membri della Giuria Internazionale, ai Giurati delle commissioni di Preselezione, alle pianiste Maria Grazia Bellocchio, Monica Cattarossi e Valentina Messa che accompagneranno la Semifinale, alla pianista Luna Costantini che ha accompagnato tutte le cinque Preselezioni, al maestro Michele Gamba che dirigerà l’orchestra del Teatro "Carlo Felice”, agli ufficî preposti del Comune di Genova, ai miei ragazzi della “direzione artistica”, ai collaboratori a vario titolo, all’ex segretaria generale Piera Castagnacci.
Un abbraccio di ammirazione infinita, affettuoso e riconoscente, al maestro Salvatore Accardo e al dottor Francesco Micheli.
Appuntamento a Genova, dal 16 al 27 ottobre.
Viva Paganini, viva il Paganini !
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